Ritengo doveroso rivolgermi a tutti coloro che, a vario tiolo
– calciatrici e calciatori, allenatrici ed allenatori, dirigenti, medici, massaggiatori, collaboratori - fanno parte della grande famiglia del calcio dilettantistico italiano.
Credo sia necessario, infatti, - a prescindere da quanto
indicato nel Comunicato Ufficiale che riporta il provvedimento - chiarire le motivazioni che hanno portato il Consiglio Direttivo, riunito in sessione straordinaria, ad adottare il provvedimento
di sospensione di tutta l’attività, sull’intero territorio nazionale.
Ci troviamo, in questi giorni, a combattere contro un nemico,
il coronavirus COVID -19, che non conosciamo, del quale persino gli scienziati non sono in grado, al
momento, di dirci molto, e perciò abbiamo tutti paura. Un sentimento che, come ci spiegano gli Psicologi, è una reazione fisiologica utile perché ci permette di essere più attenti, di pensare, ma
che, come ha mirabilmente scritto la Professoressa Anna Oliverio Ferraris in un saggio dedicato a questo specifico tema, ha come antidoto la razionalità.
Dunque, abbiamo ritenuto che come Consiglio Direttivo della
L.ND. non bastasse fermarsi alle prescrizioni contenute nel D.P.C.M. approvato ieri, 8 Marzo, ma che bisognasse adottare una decisione coerente con il momento che il Paese sta vivendo.
E, quindi, non si trattava di esaminare la questione limitatamente all’attività da consentire
eventualmente a “porte chiuse” ma se, in primo luogo, era “giusto” ipotizzare lo svolgimento dei campionati.
La tutela della salute di tutto coloro che sono impegnati
nelle nostre attività, infatti, doveva e deve restare l’obiettivo primario da raggiungere, ma anche il punto di partenza per considerare quale impatto poteva e può avere l’organizzazione delle
tante gare che ogni settimana caratterizzano la nostra attività.
Disputare le partite, infatti, significa prevedere comunque
trasferte, spostamenti, infra ed extra Regioni e Province, con l’utilizzo di mezzi di trasporto che sicuramente non potrebbero sempre
garantire il rispetto della distanza interpersonale consigliata di un metro.
Garantire sui terreni di gioco la distanza di un metro tra
avversari e tra compagni di squadra, inoltre, appare impossibile, così come immaginare di impedire di abbracciarsi e gioire per un gol segnato o un rigore parato o una vittoria
conseguita.
Insomma, ci è sembrato che, si ripete, a prescindere dalle “porte chiuse”, prevedere la disputa delle
gare in queste condizioni finisse per svilire lo stesso spirito, se ci si passa il termine la “natura” di quello che resta lo sport che noi tutti amiamo.
Ma vi è di più. In termini numerici il movimento calcistico
dilettantistico rappresenta, senza tema di smentite, il più importante momento di coinvolgimento di persone ogni settimana. Il che, inevitabilmente, significherebbe prevedere la partecipazione di
Medici, ambulanze, Forze dell’Ordine, che, ci pare di poter affermare, rappresentano “risorse”, umane e non solo, che in questo particolare momento è opportuno vengano destinate ad altri e più
importanti compiti.
Dunque, abbiamo ritenuto che la decisione adottata,
di sospendere tutte le attività sino al 3 Aprile prossimo, fatta salva, ovviamente, la possibilità di ulteriori
provvedimenti che si rendessero necessari in relazione all’evolversi della complessiva situazione nel nostro Paese, fosse una decisione quasi inevitabile, un “contributo” necessario che
il mondo del calcio dilettantistico italiano doveva dare per superare il momento di difficoltà che sta attraversando la nostra nazione.
È stato scritto, condivisibilmente, che è importante che tutti facciano la loro parte, perché il lavoro
di medici e infermieri, eroi di questi giorni, potrebbe non bastare.
Ma, soprattutto, che è il “tempo della cautela e della responsabilità” e che, una volta usciti da questa situazione, torneremo ad occuparci di quello che ci
manca.
Che per questa grande nostra comunità significa partite, reti
fatte e subite, la gioia di confrontarsi in un sano agonismo.
Il mondo della Lega Nazionale Dilettanti, inoltre, sia in
sede centrale che in quelle periferiche, è fatto da dipendenti, collaboratori, componenti degli Organi di Giustizia Sportiva, persone tutte che hanno necessità di essere garantite circa la
salubrità dei luoghi che frequentano e, comunque, avere certezze che quanto era possibile è stato fatto a tutela della loro salute.
E’ per questo motivo, pertanto, che a partire da
domani e almeno sino al 15 marzo prossimo, tutte le sedi della Lega resteranno chiuse al pubblico e saranno interessate dai necessari interventi di sanificazione.
In questa situazione, certo non facile e che francamente mai
avremmo immaginato, desidero pertanto rivolgermi a tutti coloro che amano il calcio dilettantistico per invitarli ad abbandonare le polemiche, a non pensare alle singole convenienze, a chi
eventualmente da questa forzata sospensione dell’attività potrà trarne vantaggio o, al contrario, subirà un danno, ma utilizzare questo momento per impegnarsi con spirito comune, con senso di
responsabilità, ad aiutare il nostro Paese, questa straordinaria nostra bella Italia, ad uscire dal momento di difficoltà che tutti insieme stiamo vivendo.
Un pensiero commosso, infine, deve essere rivolto alle
vittime che si sono verificate sino ad oggi, ai tanti ammalati, alle loro famiglie.
Come diceva San Francesco, il Santo patrono della nostra
nazione “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
Noi crediamo di aver semplicemente fatto quello che
ritenevamo il nostro dovere.
Di cittadini, prim’ancora che di Dirigenti
sportivi.
Al piacere di stringerci le mani, non solo virtualmente, nel
più breve tempo possibile.
Cosimo Sibilia Presidente
Lega Nazionale Dilettanti
Fonte: www.lnd.it
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